Ulteriore bibliografia su biologia e intelligenza., A cura di eduardo58

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view post Posted on 28/11/2016, 23:31
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Qui di seguito pubblichiamo un'ulteriore bibliografia ragionata di più di 70 titoli in italiano su temi biologici che riguardano più o meno direttamente anche la filosofia. Anche questa come altre è stata realizzata dall'amico eduardo58, che ringraziamo ancora una volta per il grande impegno e la generosità. Chiunque fosse interessato a questi testi si può servire del messenger per contattare eduardo58 qui su Sermo.
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Integrazione ai Consigli di biologia.




Questa integrazione riguarda un tema particolare: l'intelligenza.
Che cosa è? E' ereditaria? Che influenza ha l'ambiente? Si può misurare attribuendole un numero fisso su una scala lineare?
E' evidente che dalla risposta a queste domande dipendono enormi conseguenze politiche e sociali.
Per es.: se l'intelligenza è ereditaria e l'ambiente ha un ruolo scarso se non proprio nullo, non è ragionevole impiegare ingenti risorse per l'istruzione di massa (politiche neoliberiste).
Questo tema era già presente, sia pur non specificamente, nei precedenti consigli, con libri importanti come Intelligenza e pregiudizio di Gould,
Il gene e la sua mente di Rose, Lewontin e Kamin, Biologia come ideologia di Lewontin. In numerosi libri di antropologia e preistoria.
In intere sezioni come quelle dedicate al socialdarwinismo e alla sociobiologia Indicazioni importanti anche dalla sezione di paleoantropologia.
Infatti la moderna paleoantropologia ha accertato che la divisione tra il genere Homo e le scimmie antropomorfe è avvenuta circa sei milioni di anni fa e l'evento determinante è stato l'assunzione della stazione eretta, con la liberazione degli arti anteriori dalla funzione di deambulazione e la consequente disponibilità alla manipolazione.
Come aveva brillantamente intuito Engels nel saggio riportato nei precedenti consigli (si veda qui il cap. 26 di Questa idea della vita di Gould).
Crolla quindi quello che il paleontologo Richard Leakey definisce "il dogma encefalico", cioè la pretesa che l'evoluzione umana dipenda esclusivamente dall'aumento del volume cerebrale.
Un significativo aumento del cervello "umamo" rispetto alle scimmie antropomorfe coeve si ha solo a partire da quattro milioni di anni fa, cioè due milioni di anni dopo l'avvenuta separazione.
Tuttavia ho deciso questa integrazione sia per l'importanza dell'argomento, sia in seguito ad un vivace scambio di opinioni con un interlocutore preparato e intelligente sostenitore del determinismo biolologico.

Prima di affrontare il nocciolo del problema, cioè l'intelligenza, occorre fare alcune premesse, un po' lunghe e forse anche alquanto complesse, ma necessarie per una buona comprensione dell'argomento.





A) Riduzionismo antiriduzionismo

1) Riduzionismo

Il primo oggetto della contesa è il riduzionismo, cioè l'affermazione che i sistemi per quanto complessi non sono altro che il risultato della semplice somma delle parti. Perciò possono essere studiati smontandoli, riducendoli cioè alle loro parti. Alla base del riduzionismo vi è una visione meccanicistica e determinista.
Per una prima informazione sul riduzionismo e le sue implicazioni filosofiche, epistemologiche, etc. si veda:

www.raiscuola.rai.it/articoli/zette...89/default.aspx

John Polkinghorne: http://disf.org/riduzionismo

https://bianchezzadellabalena.wordpress.co...della-biologia/


01. Giulio Peruzzi a cura di - Scienza e realtà. Riduzionismo e
antiriduzionismo nella scienza del novecento.

Che studiare un fenomeno implichi una "riduzione" di questo ai suoi costituenti elementari è da sempre una delle strategie centrali nella ricerca scientifica. Ma quando si parla di "riduzionismo" si intende qualcosa di diverso dalla "riduzione" per scomposizione, cercando risposte a domande del tipo: è possibile ridurre una teoria scientifica a un'altra teoria scientifica o, più in generale, una scienza a un'altra scienza (per esempio la biologia alla chimica o la chimica alla fisica) ? È possibile spiegare compiutamente la stratificazione del reale in più livelli - particelle , atomi, molecole, cellule, organismi viventi pluricellulari, sistemi sociali - deducendo le leggi dei livelli più complessi da quelle dei livelli più semplici? Quanto problematiche siano le risposte a queste domande lo attestano le categorie interpretative, come quelle di "riduzione ", "sopravvenienza", "emergenza " e "olismo", discusse da scienziati e filosofi nel corso del Novecento con il fine di analizzare significato e limiti del riduzionismo. Saggi di : Peruzzi, Regge, Carrà, Dalla Chiara, Zellini, Bernardini, Castellani, Treves, Beltrametti, Boncinelli, Cellucci, G.M. Giacometti, G. Giacometti, Giorello, Marchisio, Toraldo di Francia, Bellone.



2) Antiriduzionismo: Teorie del caos e della complessità

Si intende per complessità: un sistema (definito complesso), concepito come un aggregato organico e strutturato di parti tra loro interagenti, in base a ciò il comportamento globale del sistema non è immediatamente riconducibile a quello dei singoli costituenti, dipendendo dal modo in cui essi interagiscono.

Nella letteratura scientifica si preferisce parlare di complessità, piuttosto che di olismo (dal greco olos cioè intero, tutto) a causa delle sue implicazioni esoteriche, per es. la medicina olistica.
Sull'olismo si veda:
www.holiversity.it/documenti/princcipi.pdf

Le teorie della complessità hanno ricevuto un grande impulso dalla studio dei sistemi caotici. Noti già da tempo, sono stati a lungo trascurati sia perchè sottovalutati, sia perchè mancavano gli strumenti adatti per poterli studiare, ad es. il computer con le sue enormi capacità di calcolo ( un esempio di come la tecnica può condizionare la ricerca scientifica).

Proprio dal caos conviene prendere le mosse. Per capire che cosa è un sistema caotico non c'è bisogno di scomodare i frattali di Mandelbrot, basta un esempio molto semplice: immaginate un fiume scavalcato da un ponte i cui pilastri sono immersi nell'acqua. I moti dell'acqua intorno ai pilastri sono facilmente prevedibili con le normali equazioni dei fluidi (fluidodinamica).
Se la velocità dell'acqua aumenta cominciano a formarsi dei vortici, anche questi sono prevedibili.
Ma se la velocità del'acqua aumenta oltre una certa soglia, diventa impossibile prevedere dove si formeranno i vortici, anzi diventa impossibile prevedere ogni comportamento dell'acqua: il sistema è diventato caotico.
La soglia critica prende il nome di "orlo del caos".
L'esempio vi fa capire quanto siano comuni questi sistemi non deterministici.

02. Francesco Miazzi - Viaggio nel caos

Cos'è la teoria del Caos e cosa sono gli Attrattori Strani? Come si costruiscono i Frattali e quali sono le loro caratteristiche? Quali implicazioni emergono dagli studi sulle dinamiche caotiche in campi come la fisiologia umana, la diffusione delle malattie infettive, nella turbolenza o nell'andamento delle popolazioni? Può esistere un riferimento tra l'autorganizzazione in natura e nel sociale?
Le risposte a questi quesiti che vengono intercalate da riflessioni, dati, considerazioni che mettono in discussione i dogmi della "scienza ufficiale", evidenziano la vulnerabilità del software nei sistemi complessi.
Si passa anche, attraverso una rivisitazione del concetto di "General Intellect", ad un 'analisi dei mutamenti sociali prodotti dall'introduzione del computer. E non mancano inoltre delle ipotesi fantasiose e avventurose che vi accompagneranno in tutto questo "Viaggio nel caos".

03. James Gleick - Caos
Una goccia d'acqua che si spande nell'acqua, le fluttuazioni delle popolazioni animali, la linea frastagliata della costa, i ritmi della fibrillazione cardiaca, l'evoluzione delle condizioni meteorologiche (ma anche la forma delle nubi), la Grande Macchia Rossa di Giove, gli errori dei computer, le oscillazioni dei prezzi... Sono fenomeni apparentemente assai diversi, che possono suscitare la curiosità di un bambino o impegnare per anni uno studioso, con un solo tratto in comune: per la scienza tradizionale, appartengono al regno dell'informe, dell'imprevedibile, dell'irregolare. In una parola, al «caos». Ma da due decenni, scienziati di diverse discipline stanno scoprendo che dietro il «caos» (spesso anche là dove l'irregolarità veniva attribuita a un errore nell'esperimento, e quindi ignorata) c'è in realtà un ordine nascosto, che dà origine a fenomeni estremamente complessi a partire da regole molto semplici. James Gleick racconta la nascita e l'evoluzione di questa rivoluzionaria «scienza del caos» seguendone organicamente le tappe attraverso i ritratti vivi e ricchi di simpatia dei suoi protagonisti: matematici eccentrici come Benoit Mandelbrot, meteorologi al computer come Edward Lorenz, ricercatori anticonformisti come Robert Shaw. Si delinea così un panorama chiaro e vivace di questa nuova frontiera della scienza, che riveste una enorme importanza per la molteplicità delle sue applicazioni pratiche. E in questo percorso appassionante e preciso, ricco di stimoli sorprendenti, Gleick riesce soprattutto a suggerire un diverso modo di osservare il mondo.


04. Roger Lewin - Complexity. The life at edge of caos
(dalla rete)

In questo libro, Complessità. La vita sull'orlo del caos, Lewin affronta con perizia i temi più importanti: la scoperta dell'orlo del caos, il ruolo del computer, estinzioni ed esplosioni, la nozione di Gaia, complessità e realtà del "progresso", etc.



05. AA. VV. - Gli ordini del caos

Un panorama nuovo nella scienza. La coesistenza di diversi paradigmi, oltre l'orizzonte del determinismo. Saggi di: Gianfranco Bangone, Franco Carlini, Sergio Carrà, Marcello Cini, Marco D'Eramo, Giogio Parisi, Stefano Ruffo.

06. Giulio Casati a cura di - Il caos. Le leggi del disordine
(dalla rete)

Raccolta di articoli apparsi sulla rivista Le scienze.

07. Ilya Prigogine - Le leggi del caos
(rielaborazione di un file dalla rete)

Contro la concezione deterministica delle leggi di natura, teocratica e indifferente alla dimensione temporale, Prigogine (premio nobel per la chimica) riconosce nuova dignità al 'caos', la cui instabilità è fonte di disordine ma anche di ordine. Come qui si esemplifica per la meccanica quantistica, sulla base della probabilità statistica diventa finalmente possibile riunificare le descrizioni della materia a livello microscopico e a livello macroscopico.

08. David Ruelle - Caso e caos
(integrazione e rielaborazione di un file dalla rete)

Che cos’è il caso? Da dove viene? Come può fare irruzione nella nostra descrizione dell’universo? Entro quali limiti il futuro è prevedibile o imprevedibile? Sono le domande a cui questo libro - lucida e chiara esposizione della storia e dei capisaldi dell’ultima rivoluzione scientifica - cerca di dare una risposta.
Una cosa è certa: «Suam habet fortuna rationem», il caso ha la sua ragione. Il riconoscimento che il caso compare spesso nella nostra esperienza, ponendo seri limiti alla nostra possibilità di prevedere il futuro, non comporta affatto una rinuncia alla scienza, ma semplicemente una presa di coscienza più chiara dei limiti e delle possibilità del sapere in campi che fino a poco tempo fa si ritenevano sottratti alla scienza.
Ruelle si propone di «mettere gli occhiali filosofici di un honnète homme del Seicento o del Settecento» e di andare a curiosare fra i risultati scientifici del secolo xx, soffermandosi su fenomeni e problemi in parte estranei alla scienza tradizionale, fra cui le lotterie e gli oroscopi, la teoria dei giochi, la genesi della turbolenza, gli attrattori strani, il caos, la complessità algoritmica. Una passeggiata guidata dal caso ai confini di due grandi territori intellettuali: la matematica e la fisica, includendo nella fisica tutte le scienze naturali. Occorre oggi riconoscere al caso un’importante funzione positiva in molte discipline scientifiche: dal calcolo delle probabilità alla meccanica statistica dell’equilibrio, dalla termodinamica (entropia) alla teoria dell’informazione, dalla meccanica quantistica alla teoria dell’evoluzione. Secondo Ruelle, «il dilemma fra caso e determinismo è in gran parte un falso problema».

09. Alberto Gandolfi - Formicai, imperi, cervelli. Introduzione alla scienza
della complessità
La complessità è ovunque. Dalla ditta in cui lavoriamo al clima terrestre. Da un batterio all’economia mondiale. Dal bosco di castagno dietro casa, alla cultura di un popolo. Noi stessi siamo sistemi complessi, lo sono i nostri organi, le nostre cellule, il nostro cervello. Ci portiamo addosso per tutta la vita, racchiuso nella calotta cranica, il sistema più complesso e meraviglioso che si conosca: il cervello umano. Eppure la nostra ignoranza sul fenomeno della complessità è abissale. Solo negli ultimi decenni si è potuto far luce su comportamenti, strutture, regolarità all’interno dei sistemi complessi. Il motivo di questo ritardo scientifico è molto semplice: per studiare oggetti complessi ci vogliono i computer. Con l’avvento della elaborazione elettronica dei dati è diventato possibile trattare efficacemente quantità enormi d’informazioni. Proprio ciò di cui avevano bisogno gli scienziati per scoprire, descrivere e simulare i sistemi complessi, giungendo infine a una teoria unificata della complessità e addirittura a una cultura della complessità che coinvolge ormai tutte le discipline scientifiche e sociali. Il libro, felice esempio di divulgazione qualificata, espone in una prima parte le caratteristiche fondamentali di tutti i sistemi complessi, per procedere poi, nella seconda parte, alla scoperta dei sistemi creati dalla natura o dall’ingegno umano, dove si ritrovano appunto i meccanismi universali della complessità.



10. Stuart Kauffman - A casa nell'universo. Le leggi del caos e della
complessità.

Gli ultimi decenni del XX secolo hanno visto emergere una nuova rivoluzione scientifica. Alla sua base sta la scoperta di un ordine che regola in profondità i sistemi piu complessi e apparentemente caotici, dalle origini della vita agli andamenti dell’economia. Con A casa nell’universo uno dei protagonisti di questa rivoluzione offre una straordinaria visione d’insieme della nuova scienza della complessità, capace di introdurre il lettore non specialista in uno degli ambiti di ricerca intellettualmente più esaltanti del nostro tempo. Ciò che stiamo scoprendo, afferma Kauffman, è che l’ordine è in grado di sorgere spontaneamente in situazioni finora insospettate, e che l’autoorganizzazione è di fatto uno dei grandi principi che regolano la natura. Analizzando le condizioni nelle quali agglomerati di elementi semplici danno spontaneamente vita a entità complesse, Kauffman suggerisce che le leggi generali che reggono la natura possono valere anche per i fenomeni sociali e culturali.
Stuart Kauffman, professore di biochimica all'università di Pennsylvania e membro del Santa Fe Institute, è il principale teorico della complessità e dell'autoorganizzazione in campo biologico.


11. Stuart Kauffman - Esplorazioni evolutive

«Esplorazioni evolutive è senza dubbio il pellegrinaggio più strano e sorprendente della mia vita di scienziato». Inizia cosi quest’ultimo libro di Stuart Kauffman, uno degli esponenti più acclamati nel panorama internazionale della scienza della complessità. Con un’architettura logica estremamente elaborata e con il coraggio di chi è consapevole di proporre idee che si situano nel settore di punta dell’avanguardia, Kauffman approfondisce le sue intuizioni sulla coevoluzione, sul comportamento ordinato delle reti, sui preadattamenti darwiniani, sul concetto di «margine del caos», e si impegna nella ricerca di quella quarta legge della termodinamica che dovrebbe essere in grado di spiegare come la biosfera (ma anche l’intero universo) sia in grado di co-costruire se stessa, autorganizzandosi. Kauffman osserva che l’emergenza dell’ordine dal caos e la creatività persistente nell’universo sono fenomeni reali, che tuttavia sfuggono agli strumenti tradizionali dell’indagine scientifica e filosofica, e indica in questo libro la sua proposta per un modello alternativo di ricerca.

12. AA. VV. - Caos e complessità

Caos e complessità' è una raccolta di brevi saggi che analizzano da vari punti di vista due concetti fondamentali, oggi al centro dell'attenzione di quasi tutte le discipline scientifiche. Se il caos è il fenomeno per il quale esistono difficoltà a eseguire misure, e quindi a stabilire come si svilupperanno determinati fenomeni, la complessità è un vero e proprio "paradigma" scientifico che assume diverse connotazioni e che è ormai patrimonio comune a moltissime discipline.


13. Gianluca Bocchi, Mauro Ceruti a cura di, La sfida della comlessità

Da quando è stato pubblicato da Feltrinelli nel lontano 1985, questo libro, a causa della sua persistente attualità, è stato continuamente ristampato. Ancora oggi è presente in libreria per i tipi di Bruno Mondadori
La complessità è una sfida ambivalente, con due facce, scrivono all’inizio di questo volume Gianluca Bocchi e Mauro Ceruti. Da una parte è l’irruzione dell’incertezza irriducibile nelle nostre conoscenze, è lo sgretolarsi dei miti della certezza, della completezza, dell’esaustività e dell’onniscienza che per secoli — quali comete — hanno indicato e regolato il cammino e gli scopi della scienza moderna. Ma d’altra parte non è soltanto l’indicazione di un ordine che viene meno; è anche e soprattutto l’esigenza e l’ineludibilità di un approfondimento dell’avventura della conoscenza, di una trasformazione delle domande e delle risposte su cui è basato il nostro sapere, di un cambiamento estetico, di un dialogo fra le nostre menti e ciò che esse hanno prodotto sotto forma di idee e di sistemi di idee. In questo senso il delinearsi di un “universo incerto” non è tanto il sintomo di una scienza in crisi, ma anche e soprattutto l’indicazione di un approfondimento del nostro dialogo con l’universo, l’indicazione della forza dei nuovi modelli elaborati dalle nostre scienze nel tentativo di tener conto del massimo di certezze e di incertezze per affrontare ciò che è incerto.
La sfida della complessità si pone all’intreccio di tutta una serie di problemi tecnici, tecnologici, scientifici, epistemologici, filosofici, antropologici. Chiamati a raccolta da ogni parte del mondo, i protagonisti della “scienza nuova” del nostro tempo presentano e confrontano i loro itinerari. Ciascuno degli itinerari di questo libro ci consente di camminare nei luoghi di frontiera dove più cruciali sono i dibattiti filosofici ed epistemologici, dove più creative e più feconde sono le costruzioni di nuovi concetti, di nuove teorie, di nuovi strumenti per pensare la natura, la storia, la conoscenza, l’umanità. Un’opera di eccezionale attualità che nasce in Italia e divenuta anche all’estero un “classico” del pensiero interdisciplinare.


14. AA. VV. - Api o architetti. Quale universo, quale ecologia.

Interventi di scienziati e filosofi pro e contro la nuova scienza della complessità.
Il dibattito si svolse sui quotidiani L'Unità e Il Manifesto.
Interventi di: Enzo Tiezzi, Carlo Bernardini, Marcello Cini, Pietro Greco, Massimo Stanzione, Ilya Prigogine, Stefano Manghi, Marcello Buiatti, Gilberto Corbellini, Enrico Bellone, Edgar Morin, Marco D'Eramo, Giovanna Nuvoletti, Alfonso M. Iacono, Mauro Ceruti, Enrico Navarra, Giovan Battista Zorzoli, Gianni Mattioli, Massimo Scalia.


15. Leonardo Bich - L'ordine invisibile. Organizzazione autonomia e
complessità del vivente.

Che cos’è il vivente e cosa lo differenzia da un sistema fisico o da un artefatto? Ripartire dalla domanda fondamentale della biologia, troppo spesso ignorata, significa ripensarne i fondamenti teorici ed epistemologici. Significa affrontare i grandi temi del confine tra vita e non vita, dell’evoluzione e delle scienze dell’artificiale. Il vivente sfugge alle metafore della macchina e del genoma come programma e richiede un cambiamento paradigmatico. Questo volume raccoglie la sfida presentando un approccio alternativo di matrice sistemica, basato sulla nozione di autonomia, che si radica nella tradizione della cibernetica e delle scienze dell’autoorganizzazione. Nel fare ciò introduce un modo nuovo di considerare la relazione tra Natura e conoscenza: invita a pensare in termini di sistemi complessi, a formulare modelli qualitativamente nuovi, aprendosi così a un dibattito interdisciplinare che coinvolge filosofia e storia della scienza, fisica e biologia, ecologia e scienze umane.


16. Vincenzo Fano, Enrico Giannetto, Giulia Giannini, Pierluigi Graziani
a cura di - Complessità e riduzionismo

Il volume raccoglie gli atti della XIII Scuola Estiva di Filosofia della Fisica, tenutasi a Cesena dal 13 al 18 settembre 2010. Dedicata a “Complessità e Riduzionismo”, l’edizione del 2010 si è avvalsa anche della collaborazione della Scuola di Dottorato in Antropologia ed Epistemologia della Complessità dell’Università degli Studi di Bergamo che, dal 2002, promuove in Italia e nel mondo la formazione e il perfezionamento di ricercatori esperti nella complessità storica, filosofica e antropologica delle scienze naturali e umane. Come mostrano i contributi qui raccolti, durante i lavori della scuola, complessità e riduzionismo sono stati affrontati dai relatori a partire da prospettive diverse e sotto differenti punti di vista.


17. Ilya Prigogine, Isabelle Stengers - La nuova alleanza. Metamorfosi
della scienza.

Il mondo della fisica classica è costituito da fenomeni reversibili, in cui la temporalità è un’illusione; Ilya Prigogine e Isabelle Stengers sostengono invece in questo volume che le leggi hanno una direzione nel tempo: le caratteristiche di tutte le parti del sistema del mondo sono immutabili e le parti non fanno che svolgere in eterno le conseguenze di uno stato iniziale, imperfettamente conosciuto ma perfettamente conoscibile. La scienza ritiene oggi che, lungi dall’essere un’illusione, l’irreversibilità giochi un ruolo essenziale nella natura e sia all’origine di molti processi di organizzazione spontanea, probabilmente alla base dell’autoorganizzazione biologica. La reversibilità e il determinismo si applicano soltanto a semplici, limitati casi, mentre l’irreversibilità e l’indeterminazione sono la regola. Il mondo è nel suo complesso ben lontano dall’equilibrio: quando ci spostiamo dall’equilibrio a condizioni lontane da esso ci spostiamo dal ripetitivo e dall’universale verso lo specifico e l’unico. Per usare un linguaggio antropomorfo, in condizioni di lontananza dall’equilibrio la materia comincia ad essere capace di percepire differenze nel mondo esterno, può reagire con grandi effetti a piccole cause, può trovarsi davanti a biforcazioni. Una piccola fluttuazione può dare inizio ad una nuova evoluzione che cambierà drasticamente l’intero comportamento del sistema macroscopico.
18. Gregoire Nicolis, Ilya Prigogine - Complessità. Esplorazioni nei nuovi
campi della scienza
(rielaborazione di un file dalla rete)

Negli ultimi decenni è avvenuta in ambito scientifico una rivoluzione che va sotto il nome di «complessità». Il paradigma della fisica classica assumeva di poter ridurre le dinamiche del mondo reale a modelli semplificati, giungendo cosi, con sufficienti livelli di approssimazione, a prevederne sviluppi e comportamenti. L’impredicibilità di sistemi fortemente complessi, secondo questa concezione, derivava unicamente dall’insufficienza delle nostre conoscenze e dei nostri mezzi per dominare tutte le variabili in gioco.
La scienza contemporanea, dalla fisica quantistica allo studio dei sistemi non-lineari, ha prodotto un mutamento di questo punto di vista: i limiti della predicibilità appaiono sempre piu come una caratteristica intrinseca di un gran numero di sistemi del mondo reale. Prendiamo ad esempio un biliardo in cui il movimento iniziale di una biglia influisce sulla posizione di tutte le altre dopo una serie di collisioni: ogni infinitesima variazione iniziale determinerà configurazioni finali molto diverse tra loro, e praticamente impossibili da predire. Immaginando un sistema infinitamente più grande, ma avente le stesse caratteristiche, come l’atmosfera terrestre, è facile comprendere come, secondo una battuta corrente, il battito d’ala di una farfalla americana possa, concettualmente, provocare un tifone in Cina. Simili sistemi, per quanto intrinsecamente impredicibi-li, non sono per questo impossibili da model-lizzare. Sarà necessario abbandonare i concetti deterministici e prospettare invece modelli «caotici», in grado di descrivere, a un livello superiore, fenomeni apparentemente dominati dal caso.
Per affrontare questi problemi sono necessari nuovi strumenti concettuali: Prigogine e Nicolis li discutono in dettaglio, soffermandosi in particolare sui modelli matematici delle dinamiche caotiche e sui problemi teorici fondamentali che ne derivano, come quelli connessi all’irreversibilità temporale. Su queste premesse è possibile tentare di delineare una teoria unificata della complessità, in grado di ricondurre a un’unica prospettiva sistemi estremamente differenti studiati da discipline anche molto lontane tra loro, come le reazioni dei materiali in condizioni lontane dall’equilibrio, i fenomeni geo- climatici, i comportamenti collettivi delle colonie d’insetti, o quelli degli attori sociali in un sistema economico complesso.
Il libro di Prigogine e Nicolis si presenta come una ricognizione dell’attuale stato dei lavori nello studio della complessità, e insieme come un’introduzione generale a questo complesso di idee che ha ormai cambiato il modo di fare ricerca scientifica.



E la matematica che ruolo ha in questo nuovo paradigma del caos e della complessità?

19. Morris Kline - Matematica la perdita della certezza
(rielaborazione di un file dalla rete)

Secondo Laplace, Newton era un uomo fortunato, perchè esiste un solo universo ed egli ne aveva scoperto le leggi matematiche: questa è ancor oggi la concezione in larghissima misura dominante dei rapporti tra la matematica e il mondo fisico che essa dovrebbe descrivere e spiegare. Corpus di verità immutabili ed eterne, il ragionamento matematico non cessa di essere ritenuto uno strumento infallibile e come tale il più potente mezzo di spiegazione dell'universo che ci circonda. Ma la storia di questa disciplina nei suoi ultimi tre secoli di vita dimostra che essa è ben altro che un sistema compatto di verità indubitabili. Se la scoperta delle geometrie non euclidee e delle nuove algebre doveva scuotere, nell'Ottocento, proprio la fede nella corrispondrnza tra le leggi del pensiero matematico e quelle dell'universo fisico, anche la convizione dell'intima coerenza e non contraddittorietà dei principi e dei teoremi matematici, dello stesso metodo assiomatico-deduttivo, era destinata a crollare. La storia della matematica come progresso lineare verso la scoperta di verità sempre più alte si rivela, quindi, in realtà, come una storia di errori, di amare sconfitte, di fallimenti, primo fra tutti Ia perdita della verità stessa: dove era ordine oggi sembra dominare il caos. Una vicenda che il maggiore storico della matematica ripercorre dai Pitagorici, Euclide, Archimede fino alla grande disputa sui fondamenti dell'analisi, all'algebra e alla logica otto e noventesche con occhio attento e impietoso ma con la costante preoccupazione di spiegare, nonostante tutto, l'efficacia di quella che resta una delle più grandi conquiste intellettuali umane.



20. Jan Stewart - Dio gioca a dadi?
(rielaborazione di un file dalla rete)


Nei due secoli intercorsi tra la pubblicazione dei Principia di Newton e l’avvento della teoria quantistica, il determinismo fu il paradigma della scienza classica; il suo dominio si estese persino alle scienze sociali, quali l’economia, la sociologia o la psicologia sperimentale, e finì con l’imporsi anche nelle scienze biologiche. La possibilità di prevedere esattamente il comportamento dei sistemi osservati, l’ideale di Laplace, divenne il contrassegno caratterizzante dell’intero discorso scientifico.
Se soprattutto la meccanica quantistica ha segnato all’inizio del nostro secolo un momento di grave crisi nel dominio della scienza classica, le certezze della fisica e di altre scienze della natura vengono oggi messe in forse da una nuova serie di fenomeni caotici, mai osservati prima, sia per questioni di miopia e pigrizia mentale, sia per la mancanza di strumenti adeguati, come il computer. Questi fenomeni spesso banali - come il gocciolamento di un rubinetto semiaperto, l’evoluzione delle condizioni meteorologiche, la dinamica di una popolazione animale - si rifiutano di obbedire al paradigma della scienza classica, pur rimanendo in una cornice deterministica. Il caos, infatti, rende impossibili le predizioni non per una sua intrinseca natura indeterministica, ma per la sua estrema sensibilità alle condizioni iniziali, che dovrebbero essere date con una precisione impossibile, fino all’ultimo decimale.
Dall’attenzione ai multiformi fenomeni del caos è nato un nuovo paesaggio matematico, complesso e fantastico, dominato dagli attrattori e dai frattali, dove il disordine si genera allo stesso modo dell’ordine, tramite semplici processi di iterazione, e dove, con le parole dello stesso Stewart, non ci si deve più chiedere se Dio giochi a dadi, ma quali siano le regole del suo gioco.

Questo libro benemerito per tanti aspetti trova un forte limite nella scarsa preparazione filosofica dell'autore, che lo porta a fare affermazioni come questa: "Così le "leggi inesorabili della fisica", alle quali - per esempio - Marx si ispirò per le sue leggi della storia, non esistettero mai veramente. Se Newton non riuscì a prevedere il comportamento di tre palle, Marx poteva predire quello di tre persone? Qualsiasi regolarità nel comportamento di grandi insiemi di particelle o di persone dev'essere statistica, cosa che ha un sapore filosofico del tutto diverso. (...) Retrospettivanente, possiamo renderci conto che il determinismo della fisica pre-quantistica riuscì a salvarsi dalla bancarotta ideologica solo tenendo separate le palle al banco dei pegni" pag. 45/46.

Basta avere una conoscenza, anche superficiale, del pensiero di Marx, per sapere che non è iscrivibile tra i seguaci del meccanicismo, di cui fu un acuto critico.
( Si veda almeno l'antologia ottimamente curata da Arrigo Pacchi, Materialisti dell'ottocento. Da me proposta tempo fa e ora reperibile su ligben
http://gen.lib.rus.ec/book/index.php?md5=E...5C9AC5C6DB97641)

Ed ecco proprio il:

3) Materialismo dialettico e biologia

E' un altro aspetto dell'antiriduzionismo, contiguo alle teorie del caos e della complessità. per es. è facile interpretare l'orlo del caos come un salto di qualità.
(Per non appesantire troppo questa presentazione, per una bibliografia minima sul materialismo dialettico rinvio gli interessati all'appendice).

21. Felice Cimatti - Biologia e dialettica nell'animale umano
(dalla rete)

22. Benno Muller-Hill - I filosofi e l'essere vivente

In un’epoca come la nostra, in cui la scienza, e in particolare le scienze biologiche, hanno conseguito risultati impensabili ancora pochi decenni or sono, e in cui sempre più acuta è la coscienza metodologica del lavoro scientifico e la distinzione da quello del filosofo, può sembrare strano un libro come questo, tendente a illustrare i rapporti tra filosofia e concezione del vivente. Eppure l’esperienza dei campi di sterminio nazisti e i conflitti razziali sono parte troppo bruciante della nostra esperienza quotidiana perché si possa negare il legame ancora strettissimo fra scienza e ideologia e la strumentalizzazione della scienza ai fini di determinate posizioni politiche e sociali. Il libro di Benno MüllerHill illustra storicamente l'influenza reciproca fra filosofia (e politica) e concezione del vivente e traccia un abbozzo rapido, ma non per questo meno chiarificatore, delle due tradizioni antagonistiche che hanno dominato il pensiero filosofico e biologico, da Platone a Hegel da un lato, da Democrito a Diderot e a Engels dall'altro. Ne risulta un’immagine sorprendente e illuminante dell’inestricabilità e compattezza di quel tessuto complessivo che è la storia dell’uomo, delle idee sull’uomo e della società
Benno Müller-Hill, nato nel 1933, studiò chimica a Friburgo e a Monaco di Baviera, laureandosi nel 1963 in scienze naturali Dal 1963 al 1968 lavorò come postdoctoral fellow all’Indiana University e alla Harvard University. Dal 1968 è professore di genetica all’Università di Colonia. Ha pubblicato vari articoli in «Nature», nei «Proceedings of thè National Academy of Sciences» e nel «Journal of Molecular Biology». Insieme con il premio Nobel Walter Gilbert, isolò il primo repressore.

22. Bis Richard Lewontin, Richard Levins - Biology under the influence
Dialectical essays.

Raccolta di saggi sul duplice significato della scienza. Da un lato, la scienza è il generico sviluppo della conoscenza umana nel corso dei millenni, ma dall'altra è
il prodotto specifico sempre più mercificato di una industria della conoscenza capitalista.

B) Epigenetica, overo la rivincita dell'ambiente, ovvero l'eterno ritorno del
fantasma di Lamarck

Da un po' di tempo un nuovo indirizzo di studio promette di rivoluzionare le nostre conoscenze sui mecanismi dell'ereditarietà: l'epigenetica.
L'epigenetica è una branca della biologia molecolare che studia le mutazioni genetiche e la trasmissione di caratteri ereditari non attribuibili direttamente alla sequenza del DNA, che rimane immutato.
Questi mutamenti sono dovuti all'ambiente, inteso in senso lato: non solo geografico, per es. ambiente caldo o freddo, ma anche la società, la cultura e perfino le emozioni, inoltte sarebbero (il condizionale è d'obbligo) ereditari.
Trattandosi di un indirizzo di studio relativamente nuovo, da un lato non mancano le polemiche, scatenate soprattutto da genetisti che tengono fermo il cosiddetto "dogma centrale" formulato da Fracis Crick, scopritore insieme a James Watson della struttura a doppia elica del DNA.
Secondo questo "dogma" l'evoluzione è a senso unico, cioè va dai geni all'ambiente, mai viceversa, si può dire: la genetica propone e la lotta per la vita dispone quale cambiamento sia buono e dunque vincente.

(Per il dogma centrale si veda:
www.nature.com/nature/focus/crick/pdf/crick227.pdf ).

Come tutti i dogmi anche questo richiede una buona dose di fede.
Dall'altro lato mancano libri divulgativi di buon livello, che trattino tutti gli aspetti
della questione.
In compenso non manca la paccottiglia, come l'ultimo libro di Sandro Giacobbo, il conduttore televisivo che passa con gran disinvoltura dalle leggende sui templari e dai miti Maya sulla fine del mondo, alla genetica.


23. Mattia Maccarone - Geni, ambiente e cultura. Educazione o
programmazione?

Questo libro si occupa di genetica, con particolare riferimento alla coppia ambiente/ereditarietà. Ha un capitolo espressamente dedicato all'epigenetica.


24. Eva Jablonka, Marion J. Lamb - L'evoluzione in quattro dimensioni

Il modo di concepire l'ereditarietà e l'evoluzione sta attraversando una fase di rivoluzionario cambiamento. Le nuove scoperte della biologia molecolare mettono in discussione, infatti, la versione "genocentrica" della teoria darwiniana, secondo cui l'adattamento ha luogo esclusivamente tramite la selezione naturale di variazioni casuali del DNA.
Nell'Evoluzlone in quattro dimensioni, Èva Jablonka e Marion Lamb sostengono, invece che l'ereditarietà non ha a che vedere soltanto con i geni e tracciano quattro "dimensioni" dell'evoluzione, quattro sistemi ereditari che in essa giocano una parte: quello genetico, quello epigenetico (trasmissione cellulare dei tratti esente da mutazioni del DNA), quello comportamentale e quello simbolico (trasmissione tramite il linguaggio o altre analoghe forme di comunicazione).
Ciascuno di essi, secondo le autrici, è in grado di fornire variazioni su cui può agire la selezione naturale. L'Evoluzione in quattro dimensioni offre, dunque, un punto di vista più ricco e complesso sul tema rispetto alla visione monodimensionale, tutta incentrata sui geni, oggi sostenuta da molti.
La nuova sintesi proposta da Jablonka e Lamb spiega senza mezzi termini che anche i cambiamenti indotti e acquisiti svolgono un ruolo nell'evoluzione. Il testo, lucido e accessibile, è accompagnato dai disegni della scienziata e artista Anna Zeligowski, che illustrano con humour ed efficacia le tesi delle autrici.
EVA JABLONKA è docente presso il Cohn Institute for the History and Philosophy of Science and Ideas dell'll ni versi tà di Tel Aviv. MARION J. LAMB è stata professore ordinario al Birkbeck College deH'Università di Londra.
Insieme hanno scritto diversi articoli e vari libri.


25. Eva Jablonka, Marion J. Lamb - Epigenetic inheritance and evolution:
the lamarckian dimension.
( dalla rete)

Come scrivono le autrici. "Questo libro è stato scritto perché crediamo che sia giunto il momento di riesaminare il ruolo dell'eredità dei caratteri acquisiti nell'evoluzione. Siamo consapevoli che questa affermazione è in grado di produrre una reazione negativa immediata nel lettore. La maggior parte dei biologi evoluzionisti credono che come problema scientifico l'eredità dei caratteri acquisiti, o 'evoluzione lamarckiana', sia morto. Le sue ricomparse occasionali, sono di solito interpretate come il risultato di esperimenti fraudolenti o inadeguati, o, più comunemente, si pensa che sia il risultato di un triste fraintendimento del potere esplicativo del neo-darwinismo. I più recenti libri di biologia evolutiva trattano il lamarckismo come una teoria di interesse meramente storico e didattico (...) Può (il lamarckismo) ora avre un ruolo utile. Quello che abbiamo cercato di mostrare in questo libro non è che il neo-lamarckismo è giusto e il neo-darwinismo è sbagliato. Il nostro punto di vista è che entrambi sono importanti nell'evoluzione".

Sull'Almanacco delle scienze di Micromega 6/2016 è uscito un interessante saggio di Eva Jablonka sull'origine del linguaggio (si veda più avanti)



Dogma centrale?


26. Richard C. Lewontin - Gene, organismo e ambiente.
I rapporti causa-effetto in biologia

Richard C.Lewontin è uno dei più autorevoli biologi evoluzionisti. Si dedica soprattutto a ricercare i collegamenti della struttura teorica della genetica e dell'evoluzionismo con le questioni sociali.


27. Richard C. Lewontin - Il sogno del genoma umano.

Una volta che avremo a disposizione la mappa completa dei nostri geni, saremo in grado di predire lo sviluppo del nostro corpo, delle malattie, della nostra personalità? Comprenderemo meglio le relazioni sociali? Saremo capaci di creare la vita stessa? Da Darwin alla pecora Dolly, inclusi il determinismo biologico, le eredità della selezione naturale la psicologia evolutiva, le indagini sociologiche sulle abitudini sessuali la clonazione e il progetto Genoma umano: le critiche di Lewontin sferzano una falsa scienza e si abbattono sull’eccessivo orgoglio di quanti pretendono di dominare, oggi o in un futuro molto vicino, tutti i segreti della vita.



28. Steven Rose - Linee di vita. La biologia oltre il deterrminismo

«Il mio compito - scrive Steven Rose - è offrire una visione alternativa dei sistemi biologici, che riconosca il potere e il ruolo dei geni senza avallare il determinismo genetico, e che riporti al centro della biologia gli organismi viventi e le loro traiettorie di sviluppo attraverso il tempo e lo spazio. A queste traiettorie ho dato il nome di linee di vita».
A leggere i giornali pare che esista un gene per qualunque cosa, addirittura per entità difficilmente definibili: così sarebbero stati individuati i geni per l’aggressività, per l’omosessualità, per l’intelligenza, per l’alcolismo... Questi annunci, più che autentiche scoperte, sono spesso solo la caricatura di quello che dovrebbe essere la scienza. Purtroppo sono anche il frutto di una visione ultradarwinista e ultrariduzionista della biologia e dell'essere umano che gode di un grande seguito. Partendo dalla propria esperienza di biologo sperimentale, Steven Rose demolisce pezzo per pezzo questa concezione, i suoi presupposti logici e storici e le sue false promesse. I processi vitali, argomenta, sono una faccenda assai più ricca e complessa: dunque non possono e non debbono essere ridotti all’egoismo di una stringa di bit (il DNA), ma debbono essere studiati nella complessa interazione di vari sistemi dinamici, dalla cellula all’individuo, alla specie, all’amblente. La stessa nascita e l’evoluzione della materia vivente sul nostro pianeta sono comprensibili solo in questa prospettiva, come dimostra Rose in una affascinate ricostruzione.
È evidente l’importanza anche sociale delle sue conclusioni. Soprattutto considerando che la tendenza oggi prevalente è quella di addossare il disagio all’individuo (e ai suoi geni), sollevandolo così da ogni responsabilità morale per affidarsi alla mistica del farmaco e tra poco delle varie terapie geniche.

29. Hillary e Steven Rose - Geni, cellule, cervelli. Speranze e delusioni della
nuova biologia
UN'ANALISI LUCIDA E CORAGGIOSA SULL'INDUSTRIA DELLA BIOSCIENZA. TRA INTERESSI ECONOMICI E RESPONSABILITÀ SOCIALE.
CHI STA DAVVERO GUADAGNANDO DAL PROGETTO GENOMA UMANO, DALLE BIOBANCHE DEL DNA, DALLA RICERCA SULLE STAMINALI E DALL'ESPANSIONE DELLE NEUROSCIENZE? IN CHE MODO LE ESIGENZE DEGLI STATI E GLI INTERESSIDELL'INDUSTRIA E DEGLI ESERCITI HANNO DETERMINATO LA DIREZIONECHE HA PRESO OGGI LA SCIENZA?
A PARTIRE DAL PROGETTO GENOMA UMANO E DALLA NASCITA DELLA CELERÀ GENOMICS DI CRAIG VENTER, LE SCIENZE DELLA VITA CI AVEVANO PROMESSO CURE MIRACOLOSE E UNA RIVOLUZIONARIA COMPRENSIONE DELL'ESSERE UMANO. DOV'È OGGI QUEL MONDO NUOVO? IN "GENI, CELLULE E CERVELLI" I CONIUGIROSE METTONO IN DISCUSSIONE IL RICCHISSIMO APPARATO DI QUESTA MASTODONTICA BIOTECNOSCIENZA,
IN CUI LA RICERCA ACCADEMICA HA INCROCIATO PERICOLOSAMENTE GLI INTERESSI ECONOMICI DI BIG PHARMA E DEL COMPARTO MILITARE. SOCIETÀ BIOTECH, SPREGIUDICATI VENTURE CAPITALIST SCIENZIATI-IMPRENOITORI E BREVETTI COMMERCIALI,
MA ANCHE IL BISOGNO SEMPRE PIÙ IMPELLENTE DI LIBERARE LA RICERCA SCIENTIFICA DAI RISCHI DELLA SUA MERCIFICAZIONE.
HILARY E STEVEN ROSE FIRMANO UNO DEI LIBRI PIÙ CORAGGIOSI DEGLI ULTIMI ANNI, UNA RIFLESSIONE ONESTA E PROVOCATORIA DELICATI RAPPORTI TRA SCIENZA E SOCIETÀ CIVILE.


30. Rivoluzione DNA. Le nuove tecniche che permettono di manipolare
i geni. National Geographic Italia Agosto 2016

Ampio servizio dedicato ad una nuova tecnica di manipolazione genetica. Al di la degli interrogativi etici, che sempre accompagnano l'ingegneria genetica, una cosa è certa: si tratta di una modifica ambientale del codice genetico. Soprattutto suona come una smentita dell'affermazione del sociobiologo E. O. Wilson: "i geni tengono al laccio la cultura" (si noti l'immagine da rodeo).
Sul determismo biologico si veda nei Consigli di biologia la sezione dedicata al darwinismo sociale e alla sociobiologia, i numerosi libri di antropologia, soprattutto quelli di Marvin Harris, in particolare Materialismo culturale, sezione seconda cap. 5. Otre al classico libro di Cavalli-Sforza, Evoluzione culturale.
Tuttavia, personalmente nutro numerose riserve nei confroti di questo celebrato libro. Infatti se da un lato Cavalli-Sforza sottolinea con decisione che o vi è coevoluzione gene/cultura, oppure l'evoluzione culturale si svolge in modo indipendente dal patrimonio genetico. Dall'altro considera il fenomeno culturale in modo meccanicistico e puramente quantitativo, perciò descrivibile/prevedibile mediante modelli matematici. Per Cavalli-Sforza, si ha scienza solo se è possibile elaborare modelli matematici, per cui anche le scienze umane devono adeguarsi e quando non è possibile, per es. per la storia, consiglia di ricorrere alla "ragione comparativa" cioè all'analogia, naturalmente con le scienze naturali. Cavalli-Sforza ha "dubbi scanzonati sull'utilità generale della filosofia"(Telmo Pievani, Introduzione alla filosofia della biologia pag.XVII).
(Sulle ambiguità dell'analogia si veda l'aureo libretto di Luciano Canfora, Analogia e storia, ristampato con altro titolo ma immutato nei contenuti.
http://gen.lib.rus.ec/book/index.php?md5=0...640DBC70B9BCEF7
Sulla modellistica matematica: Giorgio Israel, Modelli matematici; sempre del matematico Israel, Meccanicismo. Trionfi e miserie della visione meccanica del mondo, sulla problematica applicazione dei modelli matematici alle scienze umane. Non disponibili on line).
Questa concezione delle scienze è un pregiudizio nato con il positivismo ottocentesco e tutto sommato condiviso anche da un filosofo della scienza come Popper, che modella il suo falsificazionismo solo sulla fisica e pretende di concedere o negare attestati di scientificità.
Il fenomeno scienza è molto più vario e comlesso: somiglia ad un diamante, che pur essendo unico ha tante facce, ognuna delle quali riflette la luce in modo diverso.
(si veda il saggio di Elliot Sorber in Almanacco della scienza 6/2016 pag. 141 seg.)
In particolare rirengo che scienze naturali e scienze umane hanno compiti diversi: le prime, attraverso il metodo sperimentale, formulano leggi ampie ed economiche e in genere rispondono alla domanda come? ( si veda Carlo Bernardini, Che cos'è una legge fisica
http://it.chekmezova.com/fisica-pdf_downlo...alt__13475.html);
le seconde hanno il compito di descrivere e capire, e rispondono alla domanda perchè?
Entrambe hanno in comune l'uso della retta ragione. Il dialogo tra esse non solo è auspicabile, ma necessario.
Concordo con l'affermazione del genetista Richard Lewontin per cui sarebbe meglio parlare di Storia culturale invece di Evoluzione culturale per evitare false analogie (Almanacco di scienza 6/2016 pag.194).
Per una critica del concetto di evoluzione culturale si veda: Dominique Legros, Chance, Necessity, and Mode of Production: A Marxist Critique of Cultural Evolutionism
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1525...1.02a00030/full).
Una falsa analogia è alla base della teoria dei memi, abbozzata proprio da Cavalli-Sforza e pienamente sviluppata da Dawkins. (oltre a Dawkins, Il gene egoista si veda Dennet,, I nuovi replicatori in Rompere l'incantesimo
http://gen.lib.rus.ec/book/index.php?md5=4...0CFD213E1060E88
Ha ragione Lenin quando afferma: "il trasferimento dei concetti biologici nel campo delle scienze sociali è un'espressione senza senso".(la citazione è tratta dalla prefazione di Gianfranco Biondi a Patrick Tort, L'antropologia di Darwin. Tort per competenza e finezza di analisi è lo studioso che più di ogni altro si è applicato a smentire l'affermazione di Lenin. Una significativa rassegna dei suoi scritti si trova in Consigli di biologia).

Sui rapporti tra scienze naturali e scienze umane ecco alcuni scritti del grande sociologo Luciano Gallino, meno noti dei suoi celebri studi sul neoliberismo ma non meno acuti e interessanti:

31. Luciano Gallino - Oltre il gene egoista. Pref. a "AA. VV. Sociobiologia e
natura umana"
(dalla rete)
32. Luciano Gallino - L'attore sociale. Biologia, cultura e intelligenza
artificiale
Ciascuno di noi è un attore sociale in quanto agisce il piu delle volte in risposta a norme e attese, privazioni e compensi, domande, suggestioni e offerte che provengono da sistemi sociali: reti di rapporti tra le persone e di attività ricorsive che in genere esistevano prima di noi, e continueranno ad esistere dopo. Il potere che un individuo può esercitare direttamente sui sistemi sociali di cui fa parte è quasi sempre scarso. Assommandosi, tuttavia, il potere degli individui sui sistemi sociali risulta immenso, e viene esercitato nei piu semplici dei modi. Un modo consiste nell’uscire da un sistema - famiglia o scuola, azienda o partito, chiesa o associazione - per entrare in un altro, analogo o diverso. Un secondo consiste nello scegliere certi beni o servizi o spazi, siano essi materiali o immateriali, economici o puramente simbolici, in luogo di altri. Con il primo tipo di azione l’attore sociale sovraffolla città e regioni e ne desertifica altre, azzera partiti o li porta al potere; con le azioni del secondo tipo, tra le quali spiccano le sue quotidiane scelte tecnologiche, migliora il proprio presente e si assicura un incerto futuro.
Biblioteche di scienze umane e di scienze sociali sono state scritte per spiegare i motivi di queste azioni dell’attore sociale. Con l’ausilio di nuovi metodi per costruire modelli dell’azione, tra cui quelli offerti dall’intelligenza artificiale, Luciano Gallino propone di operare una drastica semplificazione. L’ipotesi esplorata è questa: quale che sia il suo agire specifico, un attore sociale cerca semplicemente di sopravvivere: come corpo fisico, se possibile; attraverso qualche figlio, al caso; come segno individuale lasciato nella memoria di altri; oppure attraverso le idee, i tratti di cultura, che condivide con altri. Se gli pare troppo costoso, o improbabile, tentar di sopravvivere in una data forma, tenta di ottenere lo stesso scopo in una forma differente. Quel che gli preme è lo spazio globale, inestricabilmente materiale e simbolico, in cui egli si rappresenta come essere che continua a vivere, a esistere in una forma o nell’altra. Dentro/tra i sistemi sociali: e nonostante essi.

33. Luciano Gallino - L'incerta alleanza. Modelli di relazioni tra scienze
umane e scienze naturali

La nostra società ha continuamente bisogno di decisioni. A questo scopo si incontrano, quasi quotidianamente, specialisti dei due principali campi del sapere contemporaneo: quello delle scienze naturali e quello delle scienze umane, o sociali. A essi è demandato il compito di prendere decisioni in campo tecnologico, ambientale, industriale, sanitario, educativo; o di fornire pareri competenti ai decisori di professione, quali i dirigenti di aziende pubbliche o private, gli amministratori pubblici, i parlamentari. Questi incontri dànno spesso luogo a tenaci incomprensioni. A causa della frattura cognitiva esistente tra i due campi l’unità del reale viene scomposta in blocchi non comunicanti, ai quali è attribuita un’esistenza autonoma: come se fosse la realtà, e non la mente di chi la studia, a essere suddivisa in contenuti disciplinari differenti.
In realtà scienze naturali e scienze umane sono destinate a cooperare: le prime sono infatti - come ha scritto Rupert Riedl - « semicieche », hanno cioè una struttura teorica forte, ma non un orizzonte adeguato ai complessi problemi del mondo contemporaneo; le seconde sono invece « semimute », perché pur abbracciando ampie prospettive non hanno sviluppato un metodo sufficientemente rigoroso.
Questo saggio di Luciano Gallino propone come soluzione a questa fittizia frammentazione del sapere - e della realtà - la libertà di scelta dei modelli scientifici, guidata dal senso di responsabilità cognitiva che dève animare sia gli attori scientifici, sia i decisori sociali.
Il risultato sarà la creazione di un insieme di modelli di relazione tra scienze umane e naturali che possano valere come schemi epistemologici di riferimento non solo per la costruzione delle teorie ma anche, ciò che piu importa, per l’orientamento delle scelte politiche, economiche, tecnologiche e ambientali.

C) Darwin. L'eredità contesa
L'evoluzione delle specie è un "fatto" ormai accettato da tutti, tranne una quantitè negligeable: i cristiani fondamentalisti.
Ma i meccanismi che sono alla sua base sono oggetto di discussione, si può dire, già all'indomani della pubblicazione dell'Origine delle specie.
Huxley infatti, essendo già nota la cosiddetta "esplosione cambriana", avanzò dubbi sul gradualismo adottato da Darwin. (Huxley,Il posto dell'uomo nella natura, nei Consigli di biologia).
Secondo i bioriduzionisti l'evoluzione avviene lungo una scala lineare, mediante passaggi, lenti e graduali, dal più semplice al più complesso. ( si vedano i libri di Richard Dawkins in particolare Alla conquista del monte improbabile http://forum.tntvillage.scambioetico.org/i...howtopic=286245)
Ogni aspetto del vivente è sempre determinato, in ultima istanza, da un gene o da un gruppo di geni ( di Richard Dawkins, Il gene egoista http://forum.tntvillage.scambioetico.org/i...howtopic=363727)
Nell'evoluzione del vivente non vi è alcuna finalità (del solito Richard Dawkins,
L'orologiaio cieco (forum.tntvillage.scambioetico.org/index.php?showtopic=286167 ) e L'illusione di dio ( http://gen.lib.rus.ec/book/index.php?md5=9...B18A23E6A76FFFF). Per una visione complessiva dell'evoluzione: Il più grande spettacolo della terra http://forum.tntvillage.scambioetico.org/i...howtopic=286234 e Il fiume della vita http://forum.tntvillage.scambioetico.org/i...howtopic=286175)

Le uniche differenze tra i viventi sono solo di complessetà, perciò secondo il materialismo riduzionistico il complesso deve essere ridotto al semplice, nel senso in
cui, ad esempio, l’etologia cerca di «spiegare» il comportamento morale umano come una forma evoluta dei comportamenti solidaristici negli animali non umani.
Così Frans De Waal, studiando i simpatici Bonobo, giunge alla conclusione che l'uomo è un animale solidale.
( di De Waal sono disponibili on line: I bonobo e l'ateo; La scimmia che siamo; Naturalmente buoni; Filosofi e primati. Tutti reperibili su http://gen.lib.rus.ec/
Sulla stessa linea: Desmond Morris, La scimmia nuda http://forum.tntvillage.scambioetico.org/i...howtopic=301607
Su Morris ecco cosa scrive l'etologo Danilo Mainardi: "Morris dimenticò che l'uomo non è una scimmia nuda, ma da migliaia di anni vestita, con in tasca la patente di guida e, ora,il telefono cellulare, con tutto ciò che questo significa". L'animale irrazionale pag, 62).
E' questa una tipica "fallacia naturalistica".
Fallacia naturalistica indica un errore di ragionamento commesso dai naturalisti che derivano prescrizioni (cioè regole) da descrizioni. Così isolando e descrivendo un "fatto naturale" se ne deducono indebite consequenze etiche.
Isolando e studiando il "fatto" bonobo se ne deduce che l'uomo è un animale buono,
invece isolando e studiando il "fatto" scimpanze se ne deduce che l'uomo è una scimmia assassina.
La fallacia natulastica venne idividuata nel settecento da David Hume nel Trattato sulla natura umana (libro terzo, sezione prima)

Venne poi così denominata da George Edward Moore nei Principia Ethica.
Purtroppo i Principia non sono disponibili on line.
Però si può leggere una buona Introduzione a Moore di Eugenio Lecaldano

http://gen.lib.rus.ec/book/index.php?md5=A...D1743589C8DFB3A

Nonchè due tesi di laurea dedicate a Moore e alla fallacia naturalistica:

34. Gabriele Scardovi - L'intuizionismo etico di G. E. Moore
(dalla rete)
35. Michele Borri - Natura, Morale, Diritto
(dalla rete)

Per la fallacia natulastica in biologia ed in particolare in Frans De Waal:
Felice Cimatti, L’io e la colpa. La fallacia naturalistica e la biologizzazione
dell’etica, in Donata Chiricò, Nico Lamedica, Claudia Stancati,
a cura di, Parole come radici. Linguaggio e filosofia tra storia e teoria, Brenner, Cosenza, pp. 109-128.(Purtroppo questo libro non è più nella mia disponibilità)

Opposta al gradualismo riduzionista è la teoria degli equilibri punteggiati di Niels Eldredge e Steven J. Gould.


36. Niels Eldredge - Ripensare Darwin. Il dibattito alla Tavola Alta
dell'evoluzione.
(rielaborazione di un file dalla rete)

La Tavola Alta nelle università inglesi è il luogo privilegiato dove siedono i professori e gli ospiti di riguardo. Gli evoluzionisti ammessi a questo salotto buono hanno in comune la fede nella verità del dettato darwiniano e nella sua portata universale; e ben poco altro, perché attorno al nucleo centrale della teoria sono sorte molte interpretazioni discordanti e profonde divisioni tra diverse scuole di pensiero. I duellanti sono sostanzialmente due: gli ultradarwinisti, come Richard Dawkins, che pensano all’evoluzione come a un processo lento e inesorabile, in cui gli organismi cercano di trasmettere ai loro discendenti i geni migliori; e i naturalisti, come Eldredge stesso e Stephen Jay Gould, che con la loro teoria degli equilibri punteggiati vedono il processo evolutivo dominato dalla difformità e da improvvise accelerazioni.
Chi ha ragione, dunque? Siamo figli dell’attività costante dei nostri geni egoisti o delle imprevedibili svolte in una storia assai più complessa ? Eldredge, ovviamente, propende per la seconda ipotesi, e porta qui molti argomenti a suo sostegno; ma con grande chiarezza e onestà intellettuale - e sorretto da una vena divulgativa assai brillante - fa il punto su tutte le teorie rivali, rendendo questo libro uno strumento indispensabile per capire lo stato attuale delle ricerche.


37. Kim Sterelny - La soppavvivenza del più adatto. Dawkins contro Gould
( rielaborazione di un file dalla rete)

Il giovane Proust provava i primi turbamenti “all’ombra delle fanciulle in fiore”; Richard Dawkins e Stephen J. Gould hanno preferito duellare “all’ombra di Darwin”, dando origine a una delle più importanti controversie del pensiero biologico contemporaneo. L’etologo britannico sostenitore del “gene egoista” e il paleontologo americano creatore della teoria degli “equilibri punteggiati” hanno contrapposto per oltre un ventennio due versioni rivali della vicenda della vita: da una parte (Dawkins), un mondo di “replicatori genetici” che mirano a diffondersi di generazione in generazione, sfruttando gli organismi come semplici “veicoli”; dall’altra (Gould), un insieme di “storie contingenti”, dove i più svariati vincoli strutturali controllano gli stessi meccanismi di selezione. Non è un dibattito di puri specialisti. Come mostra in questo volume Kim Sterelny, in gioco sono le concezioni di cosa sia vita e cosa sia intelligenza, di quale sia il ruolo della scienza e quale il posto dell’uomo su questa Terra. Un intreccio di domande tanto più drammatico e affascinante quanto più l’eredità di Darwin continua ad alimentare la ricerca e a sfidare il pregiudizio.


Ampia selezione, data la loro importanza, delle opere di Stephen J. Gould (per evitare che questa presentazione diventi eccessivamente lunga ometto di riportare le singole presentazioni di ogni libro):

38. Stephen J. Gould - L'equilibrio punteggiato
(integrazione e rielaborazione di un file dalla rete)
39. Stephen J. Gould - La vita meravigliosa
40. Stephen J. Gould - La struttura dell'evoluzione
La summa del pensiero di Gould (1754 pagine: record personale per un singolo volume)
41. Stephen J. Gould - Questa idea della vita. La sfida di Darwin
(dalla rete)
42. Stephen J. Gould - Gli alberi non crescono fino al cielo
43. Stephen J. Gould - Il pollice del panda. Riflessioni sulla stora naturale
44. Stephen J. Gould - Il sorriso del fenicottero
45. Stephen J. Gould - Bravo brontosauro
46. Stephen J. Gould - L'evoluzione della vita sulla terra.
(dalla rete)
47. Stephen J. Gould - Risplendi grande lucciola
48. Stephen J. Gould - I have landed

Su Gould:

49. AA. VV - Commemorazione di Stephen J. Gould
(dalla rete)

I materiali raccolti in questo opuscolo sono i testi degli interventi dei relatori intervenuti all’iniziativa organizzata il 18 gennaio 2013 per ricordare anche a Milano la straordinaria figura di Stephen Jay Gould.

50. Ilaria Berlingieri - Contingenza e determinismo nelle teorie evolutive.
L'approccio neodarwinista di Stephen J. Gould. Tesi di laurea
(dalla rete)
51 Mauro Capocci - Riflessioni epistemologiche sulla teoria dell'evoluzione.
La critica di Gould al darwinismo contemporaneo.
(dalla rete)
52. Vera Lelli - La teoria degli equilibri punteggiati e il marxismo. Storia di
fraintendimento.

Tesi di laurea trovata sul sito Pikaja, che ha tra gli animatori Telmo Pievani.
Lo stesso Pievani è il relatore della tesi.

53. Emanuele Cullorà, Lorenzo Esposito - Marx, Darwin, Gould. La
rivoluzione dell'evoluzione.
(dalla rete)


Il processo di ominazione:

54. Telmo Pievani - Homo sapiens e altre catastrofi. Pref. di Niels Eldredge
(rielaborazione di un file dalla rete)

La storia di come un mammifero di grossa taglia strettamente imparentato con gli scimpanzé si sia staccato dalla sua famiglia di ominidi e abbia colonizzato l’intero pianeta potrebbe essere molto diversa da quella che avevamo sperato, Immaginato e sognato guidati dall’ambizione di essere una specie in qualche modo privilegiata. È una storia ricca di discontinuità, di biforcazioni contingenti e di eventi accidentali, di migrazioni, di derive e di ibridazioni. Una storia che, in molte occasioni, avrebbe potuto benissimo prendere tutt’altra direzione e che assomiglia sempre meno a una trionfale marcia di progresso, a una scala lineare di adattamenti e di perfezionamenti dettati dalle leggi inflessibili della selezione naturale. Facendo dialogare evoluzionismo, paleoantropologia, genetica ed ecologia in una sorta di avvincente biografia “familiare” ed evoluzionistica, Telmo Pievani va alla scoperta della molteplicità delle origini della specie umana e della complessità del popolamento sulla Terra, convinto che non si possa comprendere a pieno il significato dei processi di globalizzazione economica e culturale contemporanei senza una loro collocazione nel tempo profondo della planetarizzazlone della nostra specie.

(Sull'ominazione si veda l'ampia sezione nei precedenti Consigli di biologia).


Etologia:

Nella disputa tra determinismo e antideterminismo non poteva mancare l'etologia, come abbiamo visto a proposito della fallacia naturalistica.
Il principale sostenitore del determinismo è stato il premio Nobel Konrad Lorenz e il suo più conseguente seguace, Irenäus Eibl-Eibesfeldt , autore di un fortunato manuale di etologia, che è all'origine dell' "etologia umana".
(Data l'abbondanza di libri di Lorenz in rete ometto di riportare i links essendo sufficiente una sempilice ricerca con google)

55. Wolfgang Schmidbauer - Uomo e natura. Anti-Lorenz
(dalla rete)

Wolfgang Schmidbauer, in polemica con Lorenz e altri etologi, esamina criticamente i risultati finora raggiunti dall’etologia umana, per sottolineare come essa spesso sopravvaluta l’innato e l’ereditario nel comportamento e finisce per vanificare ogni progetto di rinnovamento sociale. Così la biologia fornisce un avallo scientifico ai programmi della conservazione.
In particolare, Schmidbauer considera infondate le analogie fra comportamento umano e quello di specie animali lontane da noi: non si può dimostrare 1’« istinto di proprietà » sulla base del comportamento dei roditori, né 1’« istinto territoriale » sulla base del comportamento degli uccelli.
La via più ricca di prospettive per ricostruire l’evoluzione del comportamento umano, le sue possibilità e i suoi limiti per il futuro, passa attraverso lo studio delle scimmie antropomorfe, e delle popolazioni primitive ancora al livello di cacciatori e raccoglitori. Solo su questa base è possibile affrontare la domanda se il comportamento umano sarà in grado di adattarsi senza esiti fatali a fenomeni come la distruzione dell’ambiente naturale, la crescita demografica incontrollata, il consumismo e la società di massa.

Sui trascorsi nazisti di Lorenz si veda Benno Muller-Hill, I filosofi e l'essere vivente, l'intero cap. 17, in particolare le pagg. 235-237.
Nonchè: www.il-margine.it/content/download/12479/105597/file/M09-2005%20Brentari.pdf
Lo storico Henry Friedlander così conclude la sua analisi di Lorenz nel libro Le origini del genocidio nazista: "Lorenz (...) non trovò difficile riscuotere successo sotto il regime nazista; sia la sua scienza che la sua visione personale erano fortemente compatibili con l'ideologia razziale del regime" pag. 176.
E' un fatto strano che si sia fatto e si continui a fare tanto clamore sul presunto nazismo di Heidegger, mentre non si è mai detta una parola significativa su quello acclarato e mai rinnegato di Lorenz, addirittura insignito del premio Nobel.
I suoi biografi, anzi agiografi, sorvolano sulla questione.
(Sull'etologia si vedano i libri presenti nei precedenti Consigli di biologia)


D) L'intelligenza

Eccoci finalmente al nocciolo della questione.


56.Anna T. Cianciolo, Robert J. Sternberg - Breve storia dell'intelligenza
Cos’è l'intelligenza? Come si può misurare? Intelligenti si nasce o si diventa? Da sempre gli psicologi si sono cimentati con tali domande. Nell'illustrare il concetto di intelligenza (natura, origine, caratteristiche) il volume offre un resoconto equilibrato (corsivo mio) di alcune questioni controverse, relative, ad esempio, alle sue basi genetiche e ambientali. Sono poi illustrate molteplici prospettive adottate in vari ambiti (psicologia, sociologia, antropologia, filosofìa) per capire i meccanismi dell'intelligenza, e sono discusse le implicazioni di ciascuna prospettiva per la sua misurazione e per il suo accrescimento. Infine, sono esaminati alcuni metodi utilizzati per studiare i geni e l'intelligenza, nonché le complesse cause delle differenze razziali, etniche e sessuali che emergono in alcuni test di abilità intellettive.
Nonostante la promessa - evidenziata in corsivo - testo tutt’altro che equilibrato. Comunque utile per inquadrare i problemi.

57. Amelia Gangemi, Silvia Miceli, Giovanni Spini - L'intelligenza. Teorie e
modelli.

In una rassegna ampia e dettagliata, le più significative teorie dell'intelligenza, così come si sono sviluppate dalla metà dell'Ottocento fino a oggi, dai contributi teorici dei positivisti inglesi, alle ricerche più recenti, legate allo sviluppo dei modelli computazionali e simulativi.


58. Cesare Cornoldi - L'intelligenza

Il concetto di intelligenza, seppur in forma intuitiva, è ben presente in ognuno di noi e nella nostra esperienza: sin dai primi anni di scuola, per esempio, ci è facilmente capitato di avere l'impressione che vi fossero compagni più o meno intelligenti. Allo stesso tempo, lo studio dell'intelligenza costituisce una delle aree più affascinanti e sfuggenti della psicologia. Cos’è l'intelligenza? Come si misura? Intelligenti si nasce o si diventa? Questo volume, frutto del lungo lavoro di ricerca di uno dei più importanti studiosi della materia, presenta un’approfondita e articolata analisi delle diverse teorie sull’intelligenza e sulla sua misurazione, delle sue basi biologiche e del ruolo di esperienza ed educazione. L’autore illustra poi come gli sviluppi recenti della psicologia cognitiva possano aiutare a sviluppare una nuova visione del costrutto, basata sui concetti di memoria di lavoro e metacognizione.

59. Khalfa Jean a cura di - Che cos'è l'intelligenza

Il dominio umano nel regno animale e il successo della risposta dell’uomo ai rigori del mondo fisico, sono interamente dovuti all’intelligenza: quell’apparato di strumenti mentali che dà accesso all’esperienza di tutta l’umanità e ci consente di comunicare, ragionare, verificare le nostre idee, progettare il futuro. Come definiamo l’intelligenza, in cosa consiste, come si è evoluta, come possiamo potenziarla: questi i quesiti ai quali otto esperti di fama internazionale rispondono in questo sesto volume della serie del Darwin College della Università di Cambridge.
I contributi includono interventi sul tema dell’intelligenza visiva, l’intelligenza animale, la percezione infantile, l’intelligenza artificiale, l’intelligenza matematica e musicale.

60. Howard Gardner - Formae mentis
Scopo di questo libro è dimostrare che il fenomeno "intelligenza" può essere scomposto in una serie finita di abilità umane distinte, di distinte intelligenze: linguistica, musicale, logico-matematica, spaziale, corporeo-cinestetica, personale e interpersonale. Caso per caso, Gardner esamina quali siano i componenti e lo sviluppo di ogni particolare forma di intelligenza, gli aspetti neurologici e quelli interculturali. Negando il concetto unitario di intelligenza, Gardner mira tra l'altro a mettere in discussione l'assunto che l'intelligenza possa essere misurata mediante test verbali e a proporre una tecnica capace di applicazioni in campo educativo. Questo libro, che per la sua originalità e vivacità di stile ha ricevuto riconoscimenti in tutto il mondo, ha segnato una svolta negli studi sull'intelligenza, ed è oggi considerato una pietra miliare negli studi sull'apprendimento.

61. Ken Richardson - Che cos'è l'intelligenza

Intelligenza: tutti la usano ma nessuno sa cos’è veramente. Davvero essere intelligenti vuol dire essere «vivaci», «ingegnosi», «svegli», «brillanti?» Tutti - chi si occupa della selezione del personale, gli insegnanti o i genitori - pensano di poter usare questo termine con disinvolta libertà, dando per scontato un significato che da un punto di vista scientifico non lo è assolutamente, e che, per come viene usato, può influenzare le nostre scelte individuali.
Intelligenza costruttiva, intelligenza sociale, sistemi intelligenti: Ken Ri-chardson racconta con la sobrietà e la verve divulgativa della grande tradizione anglosassone le diverse facce dell’intelligenza e fa il punto sugli ultimi sviluppi della ricerca in biologia, sgomberando il campo da molti luoghi comuni. Come si è misurata nel tempo l’intelligenza e quali sono oggi i test più accreditati, ma soprattutto: che tipo di intelligenza ci servirà nei prossimi decenni e come potremmo migliorarla?
Per Richardson la questione non può essere semplicisticamente ridotta a un problema di misurazione - per questo l'autore critica i fautori del QI - e nemmeno si può esaurire nel costosissimo e illusorio progetto di ricerca del «gene dell’intelligenza». In generale, i processi di apprendimento - cosi come ce li racconta Richardson, alla luce delle ultime scoperte - si rivelano un sistema troppo complesso per essere ricondotti a un unico concetto, e molto più affascinanti di una semplice quanto illusoria prova di laboratorio.


62. Hans J. Eysenck, Leon Kamin - Inelligenti si nasce o si diventa?
Che cosa è esattamente e come si forma 1’ intelligenza? Fino a che punto la si eredita e quanto invece dipende dall’ambiente e dall’educazione?
I due opposti punti di vista sull’intelligenza vengono in questo volume sostenuti in un confronto affascinante da due massimi paladini dell’uno e dell’altro campo.
63. Robert Rosenthal, Lenore Jacobson - Pigmalione in classe
L’immagine che chi insegna si fa di chi apprende sotto la sua guida, condiziona di fatto non solo quanto il docente chiede a chi impara, ma anche l’effettivo rendimento e le reali prestazioni dei suoi giovani allievi. tali aspettative si autorealizzano nell’esperienza scolastica, dove l’indicazione affatto casuale di potenzialità intellettuali al di sopra della norma, data da un’équipe di psicologi ai maestri di scuola, è stata sufficiente non solo a realizzare un effettivo aumento del profitto, ma anche a rendere stabile tale risultato positivo. Alle mutate aspettative dell’insegnante ha corrisposto un suo modificato atteggiamento verso gli allievi segnalati come potenzialmente eccezionali dagli psicologi e, conseguentemente, un diverso atteggiamento degli scolari verso i maestri e verso la scuola.
A questa idea di fondo - della plausibilità di operare migliorando quasi miracolosamente, come Pigmalione, nella classe - che la ricerca ha verificato, si intrecciano corollari di grande interesse per il lettore italiano: l’acuta analisi del modo in cui l’insegnante fa proprie le indicazioni dello psicologo che condivide il suo lavoro scolastico e il rilievo che le aspettative si sono autorealizzate in misura più vistosa nel caso di allievi appartenenti a gruppi socioeconomicamente e culturalmente svantaggiati.
Purtroppo dominando il pensiero unico neoliberista, libri come questo non trovano ascolto nella scuola italiana, dove la fa da padrone un becero riduzionismo a scapito di qualsiasi complessità, al punto che la scuola da tradizionale ascensore sociale è divenuta fattore di disuguaglianza:
http://temi.repubblica.it/micromega-online...diseguaglianze/


64. Michel Hauteau, Jaques Lautrey - I test d'intelligenza

A puro titolo di documentazione, tra i tanti manuali - su che cosa sono i test d'intelligenza (QI), come si elaborano, come si strutturano le "batterie", come viene attribuito il punteggio, etc, - presento qui quello di Hauteau e Lautrey.
Personalmente ritengo che l'unica cosa che misurano i test d'intelligenza è la capacità di risolvere... i test d'intelligenza (questo giudizio tranchant non è mio, ma sfortunatamente non sono riuscito a risalire alla fonte dove l'ho letto).
Questi test vengono giustificati con la necessità di selezionare i più meritevoli e capaci. Alfiere della "meritocrazia" in Italia è Roger Abravanel:
www.meritocrazia.com/
In un paese come il nostro dominato dal "familismo amorale", la meritocrazia potrebbe sembrare un rimedio.
Ma ammesso, ma non concesso, che questi test riescano davvero a selezionare i più meritevoli, una società meritocratica è davvero auspicabile?


65. Michel Young - L'avvento della meritocrazia. Gli uomini sono tutti uguali?
(realizzazione di LDB)

Inghilterra, anno 2033: un immaginario sociologo ripercorre con entusiasmo la nascita e l’affermazione del sistema meritocratico nel XX secolo, descrivendo una società che, nell’applicazione rigorosamente ideologica del principio meritocratico in ogni sfera dell’organizzazione sociale, ha paradossalmente generato diseguaglianze ancora peggiori. Con questo saggio di fanta-sociologia, esperimento unico nel suo genere, Young rievoca gli scenari apocalittici di Orwell e Huxley e decostruisce il mito della meritocrazia come soluzione di tutti i problemi sociali. Pubblicato la prima volta in Italia nel 1961 dalle Edizioni di Comunità, “L’avvento della meritocrazia” si inserisce a pieno titolo nel dibattito intorno all’equità dei principi meritocratici, oggi più che mai vivo, proponendo una prospettiva spiazzante, ironica e intelligente.


66. AA. VV. - Contro la meritocrazia.
(Raccolta di saggi dalla rete)

67. Hans Magnus Enzesberger - Nel labirinto dell'intelligenza
(realizzazione di LDB)

Nessuno ha mai saputo esattamente cosa sia l’intelligenza umana. Ma dagli inizi del Novecento siamo ossessionati dalla sua misurazione, nella convinzione che sia possibile calcolarne presenza e spessore con precisione scientifica. È stato il trionfo del quoziente intellettivo, il dispotismo della psicometria, la prevalenza dell’IQ. Sullo sfondo ambiguo dell’ambizione a selezionare i migliori, i piú rapidi, i piú capaci di orientarsi nella finzione statistica dei test. Con l’acume e la forza di pensiero che lo hanno reso celebre, Enzensberger racconta la storia di un’illusione moderna. Quella che ci ha fatto credere di poter misurare l’imponderabile. Mentre intorno a noi l’intelligenza si liberava da sola dal monopolio umano per farsi riconoscere negli animali e nelle macchine.

68. Salvatore Lazzari - Vedi alla voce scienza, Zone di confine tra scienza e
filosofia

L’idea del confine ha sempre suscitato un grande fascino sui filosofi così come le idee di limite e di orizzonte. Forse perché, in fondo, tutti gli uomini sono curiosi e desiderosi di inoltrarsi nei sentieri impervii della conoscenza, lungo strade non battute. L’avventura del pensiero cattura e affascina. Questo libro tenta di percorrere uno di questi sentieri mettendo a confronto, sul piano dell’analisi e su quello della ricostruzione, la storia di alcune idee proprie della biologia, delle scienze cognitive e della filosofia della mente. Il punto di partenza è dato dalla crisi del modello descrittivo ed esplicativo della realtà introdotto dalla scienza moderna, a partire da Galileo, attraverso la pratica deH’esperimento e l’impiego di un metodo che sovrappone l’artificiale al naturale, al biologico. Della crisi di questo modello, tra natura, macchine e interpretazioni della mente, questo studio cerca di ripercorrere passaggi e fatti salienti, sviluppando suggestioni e stimoli per una riflessione autonoma dai pregiudizi delle tradizioni scientifiche e filosofiche.


69. Andrè Leroy-Gourhan - Il gesto e la parola.Vol. I Tecnica e linguaggio
70. Andrè Leroy-Gourhan - Il gesto e la parola. Vol. II La memoria e i ritmi
(rielaborazione di un file dalla rete)


André Leroi-Gourhan ci ha dato, con II gesto e la parola, suddiviso in due parti, una eccezionale sintesi paleontologica ed etnologica (Tecnica e linguaggio), da un lato, sociologica ed estetica (La memoria e i ritmi), dall’altro, della progressiva «liberazione» della specie umana attraverso il suo comportamento materiale nello spazio e nel tempo (dalla liberazione della mano, dell’utensile, della forza, fino a quella della memoria). Una sintesi in cui il passato più remoto entra in rapporto diretto con il futuro piu vicino, al di là della situazione dell’«uomo immediato» (quello del nostro fugace presente), ancora situato entro i confini dell’homo sapiens, quando il mito di un trasferimento cosmico ha già preso consistenza.
«A tutti i livelli di civiltà, fin dai tempi piu remoti - scrive l’Autore all’inizio del primo volume - una delle preoccupazioni fondamentali dell’uomo è stata la ricerca delle sue origini. Ancora oggi tutti gli uomini di cultura, non sapendo dove sono diretti, nutrono lo stesso desiderio dei loro antenati di sapere da dove provengono». E, al termine del secondo volume, dopo avere respinto l’ipotesi apocalittica di una distruzione atomica, afferma fiduciosamente: «È meglio puntare sull’uomo. Possiamo immaginare l’uomo di un avvenire prossimo deciso, in seguito a una presa di coscienza, a restare sapiens. La specie è ancora troppo legata alle sue radici per non cercare spontaneamente quell’equilibrio che l’ha portata a diventare umana». È un’affermazione che può essere condivisa, anche se, liberato grazie alla sua stessa evoluzione, l’uomo della zoologia si trova «probabilmente al termine della sua carriera».

71. AA. VV. - Chi siamo? Almanacco della scienza Micromega 6/2016

Chiudo questa raccolta, che naturalmene non ambisce a nessuna completezza nè obbiettività, con questo Almanacco i cui saggi toccano quasi tutti i temi proposti in questa raccolta.
Per una presentazione dei singoli saggi:
http://temi.repubblica.it/micromega-online...one-e-sommario/



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Appendice

Brevissima bibliografia sul materialismo dialettico, limitata a libri reperibili on line

Per la dialettica in generale:

ancora oggi si può leggere con un certo profitto la voce Dialettica, scritta nel 1931 da Michele Losacco per l'Enciclopedia italiana Treccani
www.treccani.it/enciclopedia/dialet...edia-Italiana)/

utile anche la voce Dialettica dell'Enciclopedia Einaudi
(cartella Mega condivisa da Emiliomillepiani)


ma soprattutto Livio Sichirollo, Dialettica
http://gen.lib.rus.ec/book/index.php?md5=E...F6A06F434463101

da utilizzare con cautela, perchè più che una ricostruzione storica è un'interpretazione personale, Costanzo Preve, Storia della dialettica
www.scribd.com/doc/199076180/13742...ella-Dialettica

Per la dialettica in Hegel
la letteratura è sterminata e ciascuno può sbizzarrirsi come vuole. Per farla breve, anzi brevissima:

Hegel, Dialettica. Antologia sistematica curata tradotta e annotata da Cornelio Fabro
https://iridediluceluxury.files.wordpress....-dialettica.pdf

Hegel, Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio (in particolare la Logica e la Filosfia della Natura)
http://gen.lib.rus.ec/book/index.php?md5=3...BD0BA051CBB6915

utili:
Sofia Vanni Rovighi, Introduzione alla lettura della Scienza della logica di Hegel
http://gen.lib.rus.ec/book/index.php?md5=C...9E521C457BFCE45

Sofia Vanni Rovighi, La "Scienza della logica" di Hegel
http://gen.lib.rus.ec/book/index.php?md5=2...DED3CE6B9D89E25

Eugene Fleischman, La logica di Hegel
http://gen.lib.rus.ec/book/index.php?md5=1...A6FE2DE154EED4E


Chiereghin Francesco, Rileggere la "Scienze della logica" di Hegel
http://gen.lib.rus.ec/book/index.php?md5=1...8D53C9E93CEA1FE

Arturo Massolo, Logica hegeliana e filosofa contemporanea
http://gen.lib.rus.ec/book/index.php?md5=B...3D7F906FD960AF2

Salto a piè pari la vexata questio dei rapporti tra Marx ed Hegel, rinfocolata di recente da Roberto Finelli, con Un parricidio compiuto. Il confronto finale tra Hegel e Marx, che fa seguito a Un parricidio mancato. Hegel e il giovane Marx

Per la dialettica in Marx
fondamentale:
Mario Dal Pra, La dialettica in Marx
http://gen.lib.rus.ec/book/index.php?md5=1...63E027DE121D119

Lo studio di Dal Pra si ferma alle soglie del Capitale, perciò è utile integrarlo con i saggi del logico e filosofo sovietico
Evald Ilienkov, La logica dell'astratto e del concreto nel Capitale di Marx (solo un estratto)
www.criticamente.com/marxismo/marxi...ale_di_Marx.htm

Logica e dialettica. 11 saggi di storia e teoria.
https://estudosmarxistas.files.wordpress.c...-dialettica.pdf

I tre classici engelsiani sul materialismo dialettico:

Engels, Antidhuring
http://piattaformacomunista.com/engels_antiduhring.pdf

Engels, Dialettica della natura
www.sinistracomunistainternaz.it/dialettica%20completa.pdf

Engels, Ludwig Feuerbach e il punto di approdo della filosofia classica tedesca
1.
www.webalice.it/giovanni.sgro/Sgro&...20Feuerbach.pdf
2. www.filosofia.it/images/download/eb...uerbach1888.pdf
3.
www.mcurie.gov.it/files/godi.oreste/tesi_su_feuerbach.pdf

Su Engels:
Rodolfo Mondolfo. Il materialismo storico in Federico Engels
http://gen.lib.rus.ec/book/index.php?md5=0...76F34EFB92457FE

Importanti anche.
Eleonora Fiorani, Friderich Engels e il materialismo dialettico
Giuseppe Prestipino, Natura e società: per una nuova lettura di Engels
(Attualmente non disponibili on line. Ovviamente il materialismo storico/dialettico sarà una delle tappe del progetto materialismo dove troveranno posto questi e tanti altri libri))


Altri classici:
Dietzgein Joseph, L'essenza del lavoro mentale umano e altri scritti
https://mega.nz/#!rNdEwTDR!T8XECDX...SyzpELiJ4BN0O-4

Plechanov, Contributi alla storia del materialismo
http://gen.lib.rus.ec/book/index.php?md5=C...38561FA090194C9
Lettere in risposta al signor Bogdanov
Le questioni fondamentali del marxismo
(Attualmente non disponibili on line. Vale quanto detto sopra)

Lenin, Materialismo ed empiriocriticismo.
Lenin, Quaderni filosofici
https://archive.org/details/LeninOpereComplete

Mao, Materialismo dialettico
www.bibliotecamarxista.org/Mao/libr..._dialettico.pdf
Mao, Sulla contraddizione
www.filosofia.it/images/download/ar...traddizione.pdf
Mao, Sulla pratica
www.marxists.org/italiano/reference/mao/pratica.htm
( su Mao, Charles Bettellheim, La dialettica in Mao www.petiteplaisance.it/ebooks/1101-1120/1118/el_1118.pdf )

Per il diamat:
Stalin, Il materialismo dialettico e il materialismo storico
http://cronologia.leonardo.it/storia/a1939n.htm

Sceptulin, La filosofia marxista-leninista
http://homosapiensplus.altervista.org/esse...ilosofia-18.htm

Fondamentali:
Cesare Luporini, Materialismo e dialettica
http://gen.lib.rus.ec/book/index.php?md5=C...07E3A0E7AA6B87C

Sebastiano Timpanaro, Sul materialismo
http://gen.lib.rus.ec/book/index.php?md5=0...E3D290B75E06AEC

Importanti anche gli scritti Di Galvano della Volpe
(le opere in corso di digitalizzazione a cura di Emiliomillepiani sono ferme da tempo al terzo volume, pertanto gli scritti sulla dialettica non sono ancora disponibili) e Ludovico Geymonat raccolti in Del Marxismo e nel libro collettaneo Attualità del materialismo dialettico, scritto in collaborazione con alcuni di quelli che erano i suoi più brillanti allievi: Bellone, Giorello e Tagliagambe. I quali compiuto il parricidio rituale si sono incamminati per altre strade.
Anche questi libri non sono disponibili on line, però di Geymonat si leggono tanti altri scritti presenti su Ligben.
Un allievo di Della Volpe, Lucio Colletti, ha condotto una feroce polemica contro la dialettica.
Dei suoi numerosi scritti sull'argomento è disponibile Il marxismo e Hegel
http://gen.lib.rus.ec/book/index.php?md5=8...CB08535DDCD5DE5

Nicola Badaloni in Marxismo italiano degli anni sessanta riferisce sull'importante dibattito svoltosi tra filosofi marxisti italiani sulla dialettica (si veda anche il libro di Massolo e quello di Timpanaro citati sopra)

Per un approfondimento rimando al completamento del Progetto materialismo.

Edited by Guidodep - 7/2/2017, 11:37
 
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